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Sito ben fatto, sito gia' pubblicizzato ?!?
Ing.
A.Calabro' editore
Orfeo.nu
(20 Gennaio 2003)
Alla luce delle esperienze scaturite dopo il grande boom di Internet per la creazione dei siti, e' sopravvenuto un fatto molto importante: la "visibilita'
" dei siti che si depongono sulla grande rete.
Se una azienda, un Ente o un privato fa un sito "capolavoro", ma
che non viene pubblicizzato, non serve a niente aver fatto il sito. La pubblicita' serve per farsi conoscere e puo' essere svolta in vari modi: motori di ricerca, banner su altri siti, a pagamento o no, pubblicita' tradizionale, cartacea su giornali o riviste, magafono per strada, etc..........
E' importante mettere nel capitolo di spesa la voce "pubblicita'
". Una cosa e' fare il sito, un'altra e' la pubblicita'. Prima si confondevano le cose, si pensava che fatto il sito era gia' tutto fatto: sito e pubblicita'.
Il discorso dei
motori di ricerca e' un po' delicato.
In verita' anche la sola iscrizione nei motori di ricerca e' un'operazione che richiede un
attento studio.
Se si ha poco budget e ci si accontenta di "pubblicita' passiva", cioe' aspettiamo che gli altri vengono da noi, allora
puo' andare bene una buona iscrizione ai motori di
ricerca, con i seguenti accorgimenti:
1)
I motori di ricerca sono entita' viventi, alimentate ogni giorno da migliaia di segnalazioni di nuovi siti.
Non si puo' pretendere che una persona che produce gelati possa essere rintracciata da un motore solo inserendo la parola "gelati", nelle due
circostanze che abbia fatto l'iscrizione ai motori una persona bravissima oppure qualcuno che sia una schiappa.
Se l'azienda ha un nome particolare, ad es. Geronimo Passalacqua Gelati s.r.l. e nel motore di ricerca si inserisce "Geronimo Passalacqua Gelati", ci possono essere 99 % di probabilita' che il motore ci metta al primo posto, forse anche perche' siamo gli unici ad avere quel nome.
Cio' per spiegare che se l'iscrizione viene fatta, in qualunque modo la si faccia e chi effettua l'iscrizione e' bravo
o meno, la posizione nel motore dipende molto dalle parole che
il navigatore "chiede" al motore. Un bravo
programmatore potrebbe, dico potrebbe perche' nulla e'
certo, far apparire un sito in posizione alta anche con
parole piu' comuni. Ma questo richiede uno studio
attento della situazione.
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2)
Gli "studi attenti" che un professionista fa servono per
esaminare bene il contenuto del sito e manipolare
opportunamente il codice "html" della pagina con
degli accorgimenti, per far vedere ai motori quello che loro vogliono. E' un lavoro quindi
tecnico, ma anche sociale, psicologico e di marketing strategico.
3)
Costi della "Pubblicita' Passiva"
In genere i costi per un servizio del genere, in cui si
aspetta che i visitatori vengano a noi dai motori di
ricerca, si preventivano su base annua, cosi' si fa un controllo ogni tanto ed eventualmente si puo' modificare qualche cosa, o ripetere l'iscrizione (attenzione, alcuni motori non accettano iscrizioni ripetute, altrimenti cancellano. Ogni anno va bene rifare l'iscrizione).
E' meglio far rientrare questi costi nel budget con cui
un'azienda si vuole muovere per la pubblicita', cio' perche'
si puo' andare avanti con altri servizi.
4)
La "pubblicita' attiva" e' invece andarsi a "cercare" i clienti, e mandare loro delle "e-mail" ben fatte ed eleganti, per non essere denunciato di invasione della privacy. Questo lo puo' fare il cliente stesso oppure
un "call center" ovviamente
specializzato.
Ci possono essere anche forme di "sponsorizzazione", nel senso che se noi mandiamo delle e-mail di carattere culturale a
tutti con un nostro indirizzario, uno sponsor puo' pagare un
inserimento redazionale in questo messaggio.
5)
Pubblicita' a pagamento.
Se il budget e' veramente sostanzioso, ci sono le pubblicita' a pagamento sui grandi portali. Ad esempio il SOLE 24 ORE ha piu' di 1.500.000 visite al giorno. Un banner puo' costare anche 30 milioni a settimana.
Oppure su Altavista.com, il secondo motore piu' grande al
mondo (il primo e' YAHOO!), dove puo' apparire un nostro
banner a seguito di una richiesta con parola chiave.
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